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Santuario di Plout

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Ultima visita: 02/05/2015

Introduzione

Adagiato in una valle laterale del comune di Saint-Marcel, il santuario di Plout dedicato a Notre-Dame-de-Tout-Pouvoir racconta una storia di fede popolare radicata nel paesaggio e nelle consuetudini della media Valle d’Aosta. Secondo la tradizione, già intorno al 1560 esisteva in questo luogo una piccola grotta scavata nella roccia, al cui interno era collocata una statua della Vergine. Era qui che gli abitanti si raccoglievano in preghiera, specialmente quando il maltempo impediva loro di raggiungere la chiesa parrocchiale a fondovalle. La devozione si consolidò a tal punto che, attorno al 1640, un muratore, gravemente feritosi, invocò la Madonna e, guarito, edificò a proprie spese un piccolo oratorio per proteggere la sacra immagine.



Descrizione

Con il tempo, la crescente affluenza di fedeli rese necessario un ampliamento: nel 1714 fu costruita una cappella più grande, e a breve distanza venne eretta una casa per ospitare i pellegrini. L’attuale santuario è frutto di una riedificazione completa, avvenuta tra il 1850 e il 1853. L’edificio, solido e raccolto, adotta una pianta a croce greca con presbiterio absidato. Il fronte principale si distingue per un pronao in stile neoclassico, sorretto da quattro colonne, che introduce con sobrietà all’interno sacro. Sulla facciata, gli affreschi rappresentano la Madonna con il Bambino, santa Brigida e san Pietro Fourier, mentre due nicchie ospitano le statue di san Grato e san Marcello, figure care alla devozione locale.

All’interno, le pareti raccontano silenziosamente secoli di fede: ogni angolo è arricchito da ex-voto, semplici o elaborati, testimonianze personali di grazie ricevute e di una fiducia radicata nel tempo. Il fulcro è l’altare maggiore, che custodisce una statua lignea della Vergine de-Tout-Pouvoir, donata nel 1744 da Giacinto Bertram, priore della Collegiata di Sant’Orso di Aosta. La decorazione pittorica interna, eseguita tra il 1852 e il 1854 da Giuseppe Stornone di Ivrea, si distingue per toni delicati e una narrazione visiva che accompagna il visitatore in un percorso di contemplazione.

All’esterno, il portico antistante amplia il senso di accoglienza del luogo: lungo le sue pareti si susseguono quindici nicchie, affrescate nel 1841 dal pittore Lorenzo Toso, che illustrano i Misteri del Rosario. Un cammino di immagini che invita alla meditazione lenta, in sintonia con il ritmo discreto del paesaggio circostante.

Un aspetto particolare del santuario di Plout è la sua identificazione come “santuario a répit”, quei luoghi dove si portavano i bambini nati morti nella speranza che ricevessero il battesimo, una pratica che testimonia il profondo legame tra fede e bisogno umano di affidare ogni vita alla protezione divina. Questa memoria rende il santuario non solo un luogo di culto, ma anche uno spazio di ascolto silenzioso delle fragilità e delle speranze della comunità.

Ancora oggi, la vita religiosa di Plout si anima in occasione delle celebrazioni del 26 luglio, festa di Sant’Anna, e del 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce. In queste date il santuario si apre maggiormente, accolto dal verde discreto della montagna e dal passo attento di chi cerca, tra queste pietre antiche, un momento di riflessione, memoria e quiete.

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